Eccezione fatta quando ciò è nell'interesse superiore del minore.

 Qualsiasi terza persona presente per assistere il richiedente deve essere informata, prima dell'inizio del colloquio, del fatto che non potrà rispondere a domande per conto del richiedente né interrompere il colloquio.

 Questa persona dovrebbe essere presente per garantire che il bambino non si preoccupi della procedura relativa al colloquio, per assicurarsi che capisca la procedura di colloqui, per offrire sostegno morale e rassicurazioni se necessario, per facilitare la comunicazione tra il funzionario competente e il minore, per garantire che i bisogni del minore siano sufficientemente soddisfatti (ad esempio, prevedendo pause e rinfreschi) e per fornire informazioni aggiuntive che possono influire sul benessere del bambino e sulla sua capacità di affrontare il colloquio.

 La persona che rappresenta il minore e/o gli fornisce assistenza dovrebbe agire nell'interesse superiore del bambino. 

 Normalmente, il colloquio con il genitore singolo dovrebbe avvenire senza bambini presenti nella stanza. 

 Il funzionario competente deve garantire che le esigenze del richiedente siano sufficientemente soddisfatte, ad esempio prevedendo pause supplementari e rinfreschi.

 Il funzionario competente dovrebbe cercare di garantire che il minore non si preoccupi della procedura relativa al colloquio e che gli venga fornito sostegno morale e rassicurazioni, se necessario

(CEDU Caso di A, B e C contro Irlanda, sentenza del 16 dicembre 2010, ricorso n. 25579/0)

 Il funzionario competente non dovrebbe rivolgere domande esplicite sul modo in cui i richiedenti protezione internazionale vivono il loro orientamento sessuale. .

 Il richiedente può provenire da un paese in cui l'identità di genere o l'orientamento sessuale sono argomenti tabù, pertanto può avere difficoltà a esprimersi in termini generali su questi argomenti anche quando non fa riferimento all'elemento persecutorio inerente alla domanda di protezione internazionale.